Razioni ad alto tenore di amido contribuiscono all’instaurarsi di acidosi ruminale subclinica nella bovina in lattazione, con le note conseguenze negative. A questa condizione corrisponde un pH ruminale inferiore a 5,8, valore solitamente impiegato anche a proposito del vitello. Ciononostante, un pH inferiore a 5,8 potrebbe non essere una cattiva idea nel giovane animale, il cui rumine ha in corso un rapido sviluppo.
Come è noto, alla nascita il vitello possiede un rumine di modestissime dimensioni e privo di funzionalità. All’aumentare del consumo di mangime starter, il butirrato prodotto dalle fermentazioni induce lo sviluppo delle papille ruminali. Il vitello può essere svezzato quando l’assunzione giornaliera di mangime arriva a 1 kg.
Quando inizia l’attività di ruminazione si è finora supposto che la regolazione del pH ruminale segua lo stesso comportamento dell’animale adulto. In realtà, i rapporti esistenti tra fermentescibilità della razione, concentrazione di acidi grassi volatili e pH ruminale potrebbero rivelarsi diversi nel giovane vitello.
Nelle prime fasi di sviluppo del rumine, il pH dell’organo è notevolmente più acido rispetto a quello del rumine di una vacca sana.
Ricerche sulle dinamiche di fermentazione del rumine hanno evidenziato differenze del pH ruminale di vitelli alimentati con mangimi starter contenenti fonti di amido diverse (Khan et al., 2008). In numerosi di questi studi, vitelli con meno di 50 giorni di vita avevano un pH ruminale molto inferiore alla soglia di acidosi ruminale subclinica di una bovina matura, nonostante la presenza di foraggio a disposizione a volontà. Ciò fa pensare che il pH ruminale ottimale per un giovane vitello possa essere inferiore a quello di una bovina adulta.
Infatti, quando il giovane vitello assume notevoli quantità di carboidrati non fibrosi, non insorge necessariamente un’acidosi ruminale subacuta. Prima e durante lo svezzamento un’aumentata assunzione di carboidrati non fibrosi non pare avere conseguenze sul pH ruminale.
Allo stesso modo, il microbiota responsabile delle fermentazioni va incontro a un progressivo sviluppo e a notevoli cambiamenti fino a un anno di vita. Si può pertanto ritenere che il microbiota di un giovane rumine in fase di sviluppo contribuisca a determinare dinamiche di pH distinte e tipiche di questo periodo; infatti, fino al completamento dello svezzamento il vitello riesce a gestire il pH ruminale nonostante un massiccio ingresso di carboidrati non fibrosi, cosa che invece diventa impossibile per il vitello svezzato e per il soggetto adulto.
Anne H. Laarman A. H. Rethinking ruminal acidosis in dairy calves. Atti del Western Canadian Dairy Seminar 2020.